Un’area di fondamentale importanza nella contrattazione è quella alla possibilità di introdurre cambiamenti all’interno del rapporto in conseguenza dello sviluppo del ciclo vitale o di mutate esigenze di ciascuno e del reciproco peso che i due partecipanti si riconoscono nelle diverse aree, nella suddivisione dei ruoli, nel proporre i cambiamenti desiderati. Quest’aria, cosiddetta della metaregolazione del rapporto, riveste una particolare importanza nella lettura delle situazioni conflittuali e, in genere, disfunzionali, in quanto è strettamente collegata con la dinamica del potere all’interno del rapporto, riveste una particolare importanza nella lettura delle situazioni conflittuali e, in genere, disfunzionali, in quanto è strettamente collegata con la dinamica del potere all’interno del rapporto ed è  quella che più risente delle determinanti culturali, degli stress relativi all’evoluzione del ciclo di vita, dei compiti di sviluppo che il contesto sociale assegna alla coppia che diventa famiglia, dei rapporti con le famiglie di origine e della storia personale di ciascuno dei partner.

Proiezioni, aspettative, richieste, sono i tre livelli sui quali si svolge lo scambio, i mattoni con i quali si costruisce la dimensione comune della coppia. Pensiamo naturalmente alla compresenza di tutti questi elementi in ogni rapporto di coppia, a una loro diversa distribuzione percentuale nelle diverse fasi del rapporto stesso, a una graduale spostarsi di una dimensione verso l’altra nel corso del tempo,  ma anche al  mantenersi di proiezioni che rimandano a elementi passionali e relativi alle aspettative che segnalano la quota di ulteriore evoluzione e ridefinizione del senso di appartenenza all’lui rispetto alle singole individualità. Infine, come ulteriore elemento che può intervenire  in modo determinante nella genesi della decisione della separazione, bisogna considerare l’area della genitorialità,  intesa sia sugli aspetti reali, come fase del ciclo di vita della coppia, sia da un punto di vista simbolico come aria di collegamento e di continuo interscambio con le istanze sociali e con i compiti di sviluppo propri della famiglia.

Il meccanismo dello svelamento è riconoscibile  in tutte quelle separazioni nelle quali la spinta decisionale viene attribuita all’improvviso, inaspettato rivelarsi dell’altro come un’altra persona.  Quello che frequentemente si riscontra nella ricostruzione delle storie del rapporto in questi casi è un’estrema povertà, sia quantitativa che  qualitativa, della prima fase contrattuale. Si tratta spesso di storia di coppia in cui all’innamoramento, avvenuto con una certa frequenza in circostanze particolari della vita dei protagonisti oppure in contesti in usuali e suggestivi, fa seguito molto rapidamente il passaggio all’esperienza genitoriale, con modalità per nulla elaborate o contrattate. Ciò non significa naturalmente che  in tutti casi presentano una storia di questo genere ci si debba aspettare un esito come quelli descritti. Tali difficoltà, non sono necessariamente di natura quantitativa, nel senso di una scansione di tempi del rapporto poco compatibile con una più approfondita conoscenza dell’altro in rapporto a sé,  ma spesso di tipo puramente qualitativo nel senso che fanno riferimento più ai bisogni personali diffusione nel noi che a particolari eventi della storia del rapporto.  Si tratta comunque di un meccanismo che richiede la partecipazione attiva di entrambi i partner, in quanto il mantenimento di un’immagine ideale di coppia, cui ricondurrebbe buona parte della propria narrazione esistenziale, presuppone necessariamente quel tipo di incastro descritto da molti autori come collusione di coppia. Lo svelamento, come evento che provoca l’impossibilità di non vedere, produce allora, di fatto, una doppia rivelazione, quella della realtà dell’altro e quella della propria realtà, con un senso di intollerabilità dolorosa,  particolarmente pesante, carico di rabbia nei confronti di chi ha infranto l’ideale, ma di un uguale, spesso meno dicibile, rabbia nei confronti di chi è stato al gioco,  sentimento che prende spesso la forma dell’autosvalutazione.  Elemento relazionale aspettativa di un partner nei confronti dell’altro e infatti rappresentato dalla percezione di caratteristiche dell’altro considerati piacevoli e complementare rispetto al soddisfacimento dei propri bisogni. La costruzione delle aspettative ha quindi una base contrattuale, che tende ad andare oltre le possibili distorsioni percettive connesse con l’innamoramento: una quota della propria realizzazione personale è affidata al rapporto con l’altro definisce attraverso il confronto con l’altro, con l’ascolto della sua progettualità e la presentazione della propria. A tempo stesso, l’altra caratteristica dell’aspettativa è quella di collocarsi al di fuori del dialogo interattivo  esplicito, in un’area di confine tra la definizione del noi e il mantenimento del me,  aspirazione a una diversa evoluzione del rapporto e, insieme, mi serve impegno contrattuale esplicito. Nell’ambito di questa fondamentale dinamica uno degli intrecci più frequentemente riscontrabili è allora quello che definiamo delle aspettative compatibili.  Esempi tipici di queste fasi sono la definizione dello spazio applicativo, con la conseguente ridefinizione delle appartenenze rispetto, e l’introduzione della dimensione genitoriale, che, oltre a comportare una ridefinizione dei rapporti con le famiglie d’origine, provoca il confronto con un “terzo”  particolarmente in commento nella vita del rapporto. Una disparità di aspettative sulla costruzione della dimensione noi, ovvero sulla definizione dei confini di questa dimensione e dei modi di appartenervi, può essere alla base di determinarsi di una incompatibilità. Nella ricostruzione della storia del rapporto è costante l’osservazione di una reciprocità del vissuto di delusione tradimento spesso soltanto per con una diversa articolazione temporale, proprio a conferma dell’incastro di incompatibilità delle aspettative.  È con questo vissuto che Può essere prevalentemente di delusione o di tradimento in riferimento alla quota di rabbia nei confronti dell’altro o di autosvalutazione, che deve confrontarsi la vicenda della separazione. Inoltre, proprio per la caratteristica di messaggio implicito in diretta tipica delle aspettative, la conflittualità risulta spesso coperta, deviata, poco esplicitata nel rapporto, ma anche cronicizzata nel tempo, differita nel suo manifestarsi proprio dalla speranza di un cambiamento e da timore di una rottura.

Può essere prevalentemente di delusione o di tradimento in riferimento alla quota di rabbia nei confronti dell’altro o di autosvalutazione, che deve confrontarsi la vicenda della separazione. Inoltre, proprio per la caratteristica di messaggio implicito in diretta tipica delle aspettative, la conflittualità risulta spesso coperta, deviata, poco esplicitata nel rapporto, ma anche cronicizzata nel tempo, differita nel suo manifestarsi proprio dalla speranza di un cambiamento e da timore di una rottura.

All’interno del rapporto di coppia il piano delle richieste fa riferimento alla dimensione esplicita della comunicazione, sia essa verbale che non verbale, che avviene sulla base di codici condivisi, di un’accettazione di fondo dell’altro come soggetto, della certezza di un legame che non viene rimesso in discussione in ogni scambio interattivo. Il nodo del conflitto è rappresentato dalla possibilità di sperimentare Ulteriormente in quel rapporto una dimensione intersoggettiva desiderabile, in cui al tempo stesso sia mantenuta e pienamente riconosciuta la dimensione soggettiva di entrambi. Spesso il vissuto rispetto all’impossibilità del mantenimento di questa dimensione è quello di aver dato troppo e rapporto o di aver dato più di quello che si è ricevuto, in un bilancio che risulta il passivo o che si ritiene possa andare in rosso nella prosecuzione del rapporto a quelle determinate condizioni o alle condizioni dell’altro propone.

Ulteriormente in quel rapporto una dimensione intersoggettiva desiderabile, in cui al tempo stesso sia mantenuta e pienamente riconosciuta la dimensione soggettiva di entrambi. Spesso il vissuto rispetto all’impossibilità del mantenimento di questa dimensione e quella di aver dato troppo e rapporto o di aver dato più di quello che si è ricevuto, in un bilancio che risulta il passivo o che si ritiene possa andare in rosso nella prosecuzione del rapporto a quelle determinate condizioni o alle condizioni.

L’emergere della dimensione genitoriale, il suo passaggio dalla zona delle fantasticherie ho delle aspettative a quella  della concretezza del terzo presente, può rappresentare non certo la causa della separazione, quanto piuttosto l’occasione per il manifestarsi di una fragilità contrattuale che rende rapporto poco adattabile alle nuove esigenze e poi quindi innescare un percorso di crescente insoddisfazione o  di aperta conflittualità. L’ultima considerazione porta proporre la trattazione delle variabili genitoriali come aspetti significativi delle separazioni facendo riferimento alle determinanti contestuali e socioculturali che circondano, sostengono e modificano qualunque rapporto di coppia.

Riferimenti:
La mediazione familiare – Lucardi, Canevelli