I meccanismi di difesa sono funzioni dell’Io del soggetto destinate a te gelo nelle richieste spirituale eccessive dell’Es o da un’esperienza funzionale troppo intensa percepita come pericolo. I meccanismi di difesa si formano nel corso dell’infanzia quando si presenta una minaccia proveniente dal mondo interno e più raramente dalla realtà esterna. Al fine di tenere lontano dalla consapevolezza impulsi sessuali aggressivi il soggetto utilizza strategie appropriate funzionali all’evitamento dell’ansia, o più propriamente dell’angoscia, altrimenti indotta dall’emergere di impulsi incompatibile con la realtà. Tali meccanismi costituiscono delle operazioni di protezione messe gioco dall’Io per garantire la propria sicurezza. Un’importante funzione di adattamento, entrano in gioco anche in condizioni normali, andando così ad influenzare in modo determinante il carattere e di conseguenza il comportamento di ciascun individuo. Freud la personalità è fatta di pulsioni e difese. I meccanismi difensivi operano a livello automatico e inconscio; veramente svolgono un adorazione separatamente presentandosi solitamente in maniera combinata, al fine di escludere dalla consapevolezza ciò che risulta inaccettabile, angoscioso, traumatico. Anna Freud descrive le numerose e differenti manovre che invio può usare per proteggere se stesso dal pericolo che può sopraggiungere sia dall’interno che dall’esterno, per difendersi nel suo conflitto tra rappresentazione dell’istinto e degli affetti. Tra le motivazioni pericoli da cui l’Io si difende vi sono:

  • paura della forza degli istinti, a volte l’Io messe in atto meccanismi di difesa perché sente degli istinti, le pulsioni, troppo potenti o perchè sente di non potersi fidare o della propria capacità di gestirli o dell’aiuto del Super Io;
  • angoscia proveniente da pericoli e minacce esterne, dagli oggetti della realtà;
  • angoscia morale nei riguardi del Super Io;
  • pericoli legati alle esigenze e bisogni di sintesi dell’Io quando c’è un conflitto tra tendenze opposte.

Per quanto concerne il rapporto tra meccanismi di difesa e malattia va fatta un’importante distinzione tra difese primitive, primarie, e difese evolute, secondarie. Le prime sono quelle che si formano nei primi anni di vita del bambino, sono generalizzati e totalizzanti in quanto il bambino è indifeso nei confronti della realtà interna e esterna, e per questo è costretto a ricorrere a meccanismi di maggior potere  protettivo, che agiscono in maniera globale, andando a limitare enormemente la struttura del soggetto. Le seconde, più evolute, si formano a partire dalla fase di latenza (intorno ai 6 anni) con l’avvento della rimozione che conduce nell’oblio i primi anni di vita del bambino. Queste sono indicative di una maturità raggiunta del soggetto, in quanto nel loro compito difensivo vanno a limitare solo una piccola parte del dio sia nei riguardi della realtà e della sua identità. Oltre la rimozione, tra di essi vi sono sublimazione, formazione reattiva, isolamento, razionalizzazione.

  • Regressione: esclusione dalla coscienza di rappresentazioni, desideri, fantasie sentimenti inaccettabili connessi a una funzione il cui soddisfacimento sarebbe in contrasto con le altre esigenze psichiche e giudicato pericoloso. Rimozione il meccanismo basilare delle nevrosi dal suo fallimento e dalla sua sostituzione parziale con altre difese volute dipende la formazione delle varie malattie nevrotiche.
  • Formazione reattiva: formazione di un desiderio impulso inaccettabile nel suo posto. Diventa patologica quando si presenta in forma rigida ed esclusiva, accompagnata da sofferenza nel caso in cui non si riesca a mettere in atto i comportamenti reattivi. Ad esempio, l’esigenza di pulizia eccessiva sono una formazione reattiva del desiderio massiccio di sporcare.
  • Annullamento retroattivo: vento di pensieri, parole, gesti o azioni mettendo in atto comportamenti e pensieri del significato opposto, con valore espiatorio.
  • Isolamento dell’affetto: preparazione del pensiero e dell’esperienza sgradevole dalla sua carica affettiva.
  • Introiezione: processo inconsci attraverso il quale un soggetto esterno viene simbolicamente preso dentro di te assimilato come parte di se stessi.
  • Identificazione: mentale automatico in corso mediante il quale il soggetto acquisisce caratteristiche proprie di un’altra persona, assume tratti, qualità e aspetti proprio di un altro soggetto.
  • Proiezione: devozione ad altri proprio aspetto ritenuto negativo, per cui soggetto può biasimarlo rendendosi immune alle critiche.
  • Rivolgimento contro se stessi: processo difensivo che non impedisce a pulsioni e impulsi di accedere alla consapevolezza (come fa la rimozione), ma sposta l’oggetto della posizione dall’esterno all’interno, dall’altro al Sé.
  • Scissione: separazione dell’oggetto in virtù della sua ambivalenza in modo da poter dirigere sulle parti scisse gli opposti sentimenti che ispira.
  • Sublimazione: spostamento di una posizione sessuale o aggressiva verso una meta socialmente accettata e valorizzata.

In conclusione i meccanismi di difesa non vanno intesi come qualcosa di patologico a prescindere. Essi sono strutturanti l’identità del soggetto e gli servono per affrontare le difficoltà che incontra attimo dopo attimo. Solo quando il funzionamento diventa pervasivo, rigido e globale, c’è il rischio di un’evoluzione patogena. In tali casi, sarà necessario intervenire con il trattamento psicologico per portare in luce i meccanismi difensivi del soggetto e aiutarlo a sostituirli con altri più funzionali il che non significa eliminarli.