La personalità è un’organizzazione più o meno durevole di forze interne dell’individuo.  Questa è forse persistenti della personalità contribuiscono a determinare la risposta in varie situazioni e a queste si può quindi attribuire in gran parte la coerenza del comportamento, sia esso verbale o corporeo. La personalità si evolve sotto l’influenza della mente sociale e non può mai venire isolata dalla totalità sociale nella quale si manifesta.

Secondo Freud, la personalità e risultato del conflitto che oppone coscienza e inconscio, Es e Super-Io e delle modalità attraverso cui l’Io costituisce le proprie relazioni con gli altri. L’Io è la funzione psichica che ha il compito di mediare, trovare un equilibrio tra le due istanze opposte, vale a dire il decidere se, quando e come autorizzare l’espressione delle pulsioni individuali. È proprio il tipo di equilibrio che L’Io riesce a stabilire a determinare lo stato psichico e a decidere se il suo funzionamento sia normale o patologico. Secondo Freud, la conquista della maturità psicologica e  dell’identità sessuale richiedono un duro lavoro che caratterizza l’età infantile, durante la quale lo sviluppo della personalità procede parallelamente allo spostamento dell’area del piacere sessuale da un’area erogena ad un’altra. Il culmine dello sviluppo psicosessuale e la fase genitale alla quale si perviene a partire dall’adolescenza, la cui caratteristica più importante è la comparsa dell’ interesse per una relazione reciprocamente gratificante con gli altri. Il momento più critico dello sviluppo infantile si situa dunque proprio nella fase fallica e nel tentativo infantile del suo oltrepassamento per approdare alla fase genitale. È durante la fase fallica, infatti, che il bambino vive un passaggio edipico che sei risolto si fissa in un vero e proprio complesso di Edipo. La fatica è caratterizzata dalla trazione sessuale del bambino per la madre e del timore della  riprovazione del padre che il maschio vive come ansia di castrazione. Oltre all’elaborazione del conflitto edipico, un ruolo fondamentale nella costruzione della personalità individuale è giocato, secondo Freud, dai meccanismi di difesa, strategie psichiche che l’Io mette in campo per controllare il disagio e i conflitti generati dalle proibizioni riguardanti l’Es, pulsioni sessuali e aggressive, incompatibili con la vita sociale.

Per Jung, tutta l’energia fisica deriva dai conflitti che si vengono a creare tra i vari elementi della personalità. Fine dello sviluppo della personalità è quello di evitare di attribuire troppa importanza a un unico aspetto e di ottenere, invece, un equilibrio o integrazione tra i vari elementi. Al centro della coscienza si trova l’Io, che contiene i pensieri consci, i ricordi sentimenti; il centro dell’esperienza individuale che fornisce la sensazione di continuità e identità. Al di sotto dell’Io si trova invece l’inconscio personale che contiene le esperienze individuali non più accessibile alla nostra coscienza. Ancora più nascosto è l’inconscio collettivo. Secondo Jung, infatti, a causa della nostra comune ereditarietà evolutiva e delle strutture cerebrali, noi ereditiamo la predisposizione a rispondere in un determinato modo a certe esperienze. Questi temi universali, definiti archetipi, forniscono essenzialmente una memoria collettiva della nostra ascendenza evolutiva. La struttura più importante del sistema Junghiano è il Sé, una dimensione alimentata dall’esperienza della nostra vita e dell’autocoscienza volta a tenere in equilibrio e ad armonizzare in modo sempre più elevato parti opposte della personalità. Per Jung,  l’individuazione, il processo che porta lo sviluppo di un unico Sè, che realizza le potenzialità di un individuo, dura una vita intera.

Al centro della teoria adleriana vi è il concetto del sé creativo, un sistema personale e soggettivo che consente di interpretare gli eventi della vita e di attribuire loro significato. Altro punto focale della sua teoria, il concetto di complesso di inferiorità, un senso persistente di inadeguatezza che affonda le radici nell’infanzia, quando il bambino si sente netto è il potente rispetto ai genitori. Sono le prime esperienze sociali con chi si prende cura di lui a stabilire se gli sforzi del bambino di superare il senso di inferiorità assumeranno la forma di un iper-compensazione o di una lotta per la superiorità. Secondo Adler lo sviluppo dell’interesse sociale, vale a dire del bisogno di contribuire al miglioramento della realtà in cui si vive, è un aspetto essenziale di un sano processo di maturazione. Gli interessi sociali consentono all’individuo di superare l’auto-assorbimento e di subordinare i fini personali al benessere collettivo.

La teoria di Maslow si basa sulla distinzione fra due tipi di bisogni: i bisogni di base e metabisogni. I bisogni di base sono bisogni da carenza e sono pressanti perché segnalano che una persona manca di qualcosa; sono organizzati secondo sistema gerarchico in cui al primo posto si trova quello più potente. Solo quando i bisogni fisiologici sono stati soddisfatti emergeranno i bisogni di sicurezza, e desiderio di protezione e di ordine ai bisogni di amore e di appartenenza emergono solo dopo che sono stati soddisfatti i bisogni fisiologici e di sicurezza. L’ultimo dei bisogni fondamentali implica la stima: il bisogno di essere tenuto in alta considerazione da sé e dagli altri. Una volta che si sono affrontati i bisogni di base, emergono i metà bisogni, che sono i bisogni di crescita per auto realizzarsi, per sviluppare completamente le nostre potenzialità, che sono uniche. I miei bisogni, inoltre, implicano una ricerca di qualità spirituali o valori metafisici, qual è la giustizia, la bontà, la bellezza e l’unità. Secondo Maslow, i metabisogni sono innati nella specie umana. Quando una persona riesce a soddisfarli in modo appropriato, crescerà fino a diventare un essere umano nella sua completezza. Secondo Maslow, le persone auto-realizzate hanno molte caratteristiche della personalità in comune: percepiscono la realtà in modo efficiente sono capaci di far emergere la verità, di smascherare la disonestà e di evitare il pregiudizio nel momento in cui formulano delle valutazioni. A proprio agio con se stesse, queste persone accettano i propri limiti senza eccessivi sensi di colpa; inoltre, gioiscono senza inibizione o artificiosità. Affrancato dei sensi di inferiorità, chi si è auto realizzato non si impantana in preoccupazioni concernenti le proiezioni di un immagine positiva di sé, ma è centrato sul problema sul compito, teso all’attuazione di quanto sta compiendo, saldo su posizioni profondamente etiche e impegnato nella ricerca di stabili standard morali.

Per Rogers, l’esperienza, tutto ciò che è potenzialmente disponibile alla consapevolezza di un organismo, è il fondamento su cui si poggia la personalità. Rogers ha definito questa totalità dell’esperienza come il campo fenomenico della persona. All’interno del campo fenomenico si sviluppa un’area che Rogers definisce il Sé o il concetto di Sé, il quale fornisce all’organismo una struttura di riferimento per le sue azioni e stabilisce che cosa può diventare cosciente. Quando le esperienze reali sono sostituite da valori assunti da altri, si genera una frattura tra una falsa valutazione di se e un’esperienza autentica, che genera tensione e inquietudine nel soggetto.

Le teorie dei tratti assumono l’ipotesi che certe unità fondamentale della personalità, i tratti appunto,  siano fondamentalmente innati. Per questa ragione, il loro interesse si focalizza sulla  descrizione e sulla misurazione a fini previsionali, non sull’origine delle caratteristiche personali. Le teorie dei tratti si sforzano di individuare gli elementi capaci di dare prevedibilità al comportamento individuale, a partire da dinamiche interiori quali l’atteggiamento e la personalità. Allport ha sostenuto che l’esame di documenti personali, lettere, diari e autobiografie, rivela la personalità e ha difeso la tesi secondo cui tratti sono le unità fondamentali della personalità, fondati su basi biologiche nel sistema nervoso e non già strutture ipotetiche. Secondo Allport, sono solo i tratti decisamente caratteristici a rivelarsi importanti per una persona. I tratti più incisivi predispongono ad esprimere queste caratteristiche con una certa frequenza intensità in una ampia gamma di situazioni. Un tatto cardinale viene spesso con tanta coerenza da influenzare quasi ogni azione compiuta l’individuo che lo possiede. Secondo Allport, tuttavia, sono poche le persone che presentano tratti cardinali. Sono più ricorrenti tratti centrali,  che vengono manifestati con forte ma non totale coerenza. Per quanto non siano così generali come i tratti cardinali, i tratti centrali sono molto caratteristici nel comportamento di una persona. Secondo Allport, la maggior parte delle persone può essere descritta con discreta precisione ricorrendo a un numero sorprendentemente ristretto di tratti centrali, probabilmente da 5 a 10. Cattel è noto soprattutto per aver sviluppato l’analisi fattoriale, una tecnica empirica di rivelazione dei tratti che distingue in originari e superficiali. I tratti originari, nuclei fondamentali della personalità, fungono da poli di attrazione per le caratteristiche secondarie, dando coerenza generale al comportamento.

Tra gli strumenti più utilizzati per la valutazione della personalità ricordiamo i test di personalità quantitativi, tra i quali vi è il MMPI, uno strumento che comprende 3 scale di contenuto e 10 scale cliniche; i test di personalità qualitativi, come i test proiettivi. Il test proiettivo più diffuso è il test di Rorscharch. Infine, visono i test di personalità comportamentali, che sono strumenti che prevedono la somministrazione di prove analoghe ai comportamenti che si intende misurare.

In ambito clinico il costrutto della personalità viene ampiamente indagato al fine di  valutare in profondità le eventuali difficoltà psicopatologiche e le caratteristiche di personalità e di pianificare al meglio  la conseguente presa in carico clinica. Il costrutto della personalità è utilizzato anche nell’ambito della valutazione delle competenze lavorative, spesso nei contesti di selezione o di valutazione del potenziale del personale da assumere