Parlare d’amore è facile. Si può parlare di tutto e di niente contemporaneamente, si possono usare canzoni e poesie, di infinito e finito nello stesso istante. Come si parla invece della parte oscura dell’amore? Delle lacrime versate in solitudine, dei silenzi che ci rimbombano dentro, delle frasi che ci gridiamo, della rabbia, della frustrazione, della delusione e dell’abbandono. Come si chiama quell’amore che persiste nonostante le ferite e le coltellate. Ci sono coppie che nonostante gli insulti, nonostante i tradimenti, nonostante le limitazioni, nonostante, nonostante tutto vogliono amarsi ancora. Quando finiscono le poesie, quando non ci si dedica più canzoni, quando si smette di ballare insieme, quando dall’innamoramento si passa all’amore, e con l’amore arrivano i bisogni, i desideri nell’altro, si scoprono i difetti, l’illusione crolla e si svelano i segreti, le anime nascoste. È il momento della negoziazione, del compromesso, del venirsi incontro. La crisi genera cambiamento, ma cosa accade quando non ci si ascolta, quando le parole vanno per strade diverse eppure di vorrebbe camminare insieme. Come si può, quindi, camminare l’uno accanto all’altra se non ci si tiene neanche più la mano? Se non abbiamo nessun punto di contatto, se nel tempo le ferite ci hanno allontanato dove si può andare?

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Non basta dirsi “Ti amo”, l’amore è fondamentale, ma è il punto di partenza, è il motore, è l’energia che muove i corpi, ma bisogna muoverli insieme, bisogna incastrare gli ingranaggi, bisogna avere una bussola comune. C’è bisogno di io, te e noi.