L’intelligenza è il processo mediante il quale si risolve un problema nuovo in situazioni in cui non entrano in gioco né l’istinto né l’abitudine. In linea generale è possibile distinguere due tipi di definizione dell’intelligenza: strutturale e funzionale. Le definizioni strutturali, richiamandosi alle teorie differenziali o psicometriche, tendono a cogliere le capacità di base, o fattori, dell’intelligenza e si basano sullo studio delle differenze tra individui. Le definizioni funzionali tendono a cogliere i processi elaborativi dell’intelligenza, tra cui le capacità di adattamento negli schemi comportamentali acquisiti e nuove esigenze e i processi di pensiero mediante i quali soggetti risolvono un problema.
Viteria differenziali, passate su una definizione strutturale dell’intelligenza, si pongono l’obiettivo di rilevare e spiegare le differenze individuali nelle prestazioni cognitive ottenute ai test. Tali differenze vengono spiegate facendo riferimento a un numero più o meno ampio di fattori, ovvero le abilità costitutive dell’intelligenza. Secondo Binet, fondamentali dell’intelligenza è il giudizio ovvero la capacità di verificare l’intero processo di soluzione di un problema. Accanto ad una concezione globale dell’intelligenza si affiancano le teorie fattoriali tra cui, ad esempio, è possibile ricordare la teoria bifattoriale di Spearman in cui viene ipotizzata l’esistenza di un fattore generale G innato e non modificabile dalla scolarizzazione, è un largo numero di fattori specifici S che sono in gran parte incrementabili con mezzi educativi. Alla teoria di Spearman si contrappongono, in seguito, autori come Thurston che ipotizzo l’esistenza di 7 abilità mentali primarie. La teoria della Gestalt partendo da una visione della mente come totalità organizzata ovvero come struttura, permesso di sviluppare ricerca sul ragionamento e sui processi di soluzione dei problemi. A consentire questa ristrutturazione e l’insight ovvero la percezione immediata di quelle implicazioni significative rispetto alla sua risoluzione del problema. L’insight consente di anticipare la soluzione, completando le informazioni mancanti o scoprendo rapporti essenziali, così come evidenziato dagli esperimenti di Khöler.

Gli studi di Bunker sulla fissità funzionale hanno permesso di comprendere gli ostacoli che si oppongono alla ristrutturazione del campo cognitivo: questa difficoltà, infatti sarebbe dovuta principalmente all’incapacità del soggetto di rendersi conto che uno più elementi della situazione stessa possono avere con altri elementi relazionali diversi da quelli che lui è abituato a considerare come usuali. Anche il set mentale rappresenta un fenomeno di reggimento cognitivo indotto dall’esperienza: si manifesta nella tendenza di proporre strategie risolutive rivelatisi efficaci in situazioni passate. Il modello cognitivo proposto da Stenberg, nella sua teoria Triarchica, includere variabili di motivazione e di personalità. Il modello proposto spiega i meccanismi mentali con cui si eseguono gli atti intelligenti, ipotizzando tre processi basilari: metacomponenti, processi esecutivi che pianificano e controllano l’elaborazione dell’informazione; componenti di perfor-mance, eseguono le strategie pianificate; componenti di conoscenza, regolano l’acquisizione di conoscenze.
Il comportamento è intelligente in quanto ha la funzione di consentire un miglior adattamento all’ambiente attraverso un processo di selezione modellazione dello stesso. Ciò deriva dall’attivazione delle metacomponenti descritte da Stenberg. Questo autore, inoltre, propone una descrizione delle differenze individuali spiegabili, non tanto in termini di varianza della prestazione, quando i termini di stili cognitivi. Gli stili di pensiero, nella visione di Stenberg, non sono abilità, ma modi preferiti di esprimere o usare una o più abilità. Alcuni reattivi, come il classico test di Binet, attivano una pluralità di funzioni ma pervengono ad una misura unica sintetica globale del livello intellettivo del soggetto esaminato. Il test Stanford-Binet, una visione modificata della Scala organizzata da Binet è costituito da items distinti per ogni livello di età mentale. Un’importante innovazione introdotta, dovuta ad esigenze di raffrontabilità dei punteggi per tutti i livelli di età. Sulla base della riconosciuta esigenza di procedere ad un’analisi differenziata di diversi processi che sono coinvolti nello svolgimento del processo intellettivo generale, sono stati predisposti riattivi di intelligenza generale i quali sono articolati in subtest ciascuno dei quali, costituito da stimoli relativamente omogenei, attivo una diversa funzione cognitiva. In questo modo sono organizzate le scale per la misura dell’ intelligenza di Wechsler. Si tratta di un test di intelligenza generale definito operazionalmente da Wechsler come la capacità globale dell’individuo di agire con uno scopo, pensare ragionevolmente e gestire effettivamente il proprio ambiente.
Gli strumenti maggiormente utilizzati per la misurazione dell’intelligenza sono le scale Wechsler, che calcolano il quoziente intellettivo del soggetto, inteso come rapporto tra età mentale ed età anagrafica. Scale Wechsler si prestano ad una misurazione dell’intelligenza di tipo scolastico, è meno la misurazione dell’intelligenza creativa. Per questo scopo vengono utilizzati altri strumenti cognitivi, chiamati culture-free, che usano stimoli di tipo grafico. Questi ricordiamo le matrici progressive di Raven, costituite da 5 serie di matrici di difficoltà crescente che il soggetto deve completare scegliendo tra diverse alternative.